venerdì 19 agosto 2016

La Piramide


Facciamo un bel gioco: tu mi dai 2 euro, ed entri nella piramide. Tocca a te poi far entrare altre due persone, e chiedere a loro la quota. Di questa, un po' va a me, un po' va a te, e poi riguadagneremo in base a quante persone verranno reclutate; percentuale di guadagno in base a quante persone hai sotto di te.
Si dice sia illegale questo tipo di catena, e del resto per far soldi è sempre meglio eliminare i concorrenti.

Facciamo un bel gioco: tu nasci. Lavori quindi per guadagnare qualcosa, e qualcosa lo dai a me. Poi puoi salire di posizione, e comandare altri. Ecco quindi che loro produrranno per guadagnare qualcosa, ma qualcosa te ne verrà in tasca, e tu poi verserai una parte di quanto guadagni a qualcuno sopra.

Uno schema di vassallaggio trito e ritrito, il problema è che ultimamente mancano i servi della gleba, e quindi doveva spuntare la crisi.

L'Europa si sta unendo, e le piramidi sono sempre più fuse insieme. Ovviamente il vertice più alto succhia quanto più possibile, e in basso quindi resta meno.

I laureati sono troppi, ormai la piramide è satura, quelli che mancano sono i servi della gleba.

Il problema è che calano le nascite; come reclutare altra gente? Si aprono i confini, e benvenuti nella piramide.

domenica 29 maggio 2016

Come evitare i controlli stradali

Parliamo ora dei controlli di routine svolti dalla polizia stradale o dai carabinieri.
Non si è mai visto pubblici ufficiali che fermino le auto per elargire denaro. Solitamente semmai i controlli servono a dar multe. Alla meglio, quindi, l'essere fermati da una pattuglia si tradurrà con una perdita del nostro tempo, piuttosto che con una perdita di denaro (contravvenzioni) o della patente stessa (acertamento di reato).
Ora, nel momento in cui si è fermati mentre si guidava, si parte subito con una posizione di svantaggio nei confronti dell'autorità. A meno che infatti non siate dei meccanici esperti che tengono l'auto in maniera perfetta - anche se in realtà i meccanici sono quelli che di solito le "pompano" le vetture - e che a pranzo abbiate bevuto solo acqua e aranciata, è possibile che, cercando minuziosamente, gli uomini in divisa trovino qualche irregolarità e vi facciano una contravvenzione che, se non presa sportivamente, potrebbe guastarvi l'umore.
Quando si è fermati alla guida, insomma, è meglio evitare provocazioni. Se fermati quindi, l'unico nostro piccolo accorgimento è tenere tutti i documenti in un unico raccoglitore e consegnarlo all'autorità che, quindi, dovrà cercarsi da sola quello che vuole. Può funzionare da piccolo demotivazionale per controlli più accurati.
Per risolvere il problema alla base, quindi, la soluzione migliore è quella di cercare di evitare di essere fermati. Non si sta tuttavia suggerendo di sprecare carburante passando per strade remote, anche perché se per caso una pattuglia si appostasse in tali strade, sareste quasi sicuri di essere fermati e sospettati. L'idea è quella di calcolare il proprio atteggiamento nel momento in cui si incrocia una pattuglia ed eventualmente al primo scambio di parole.
Come evitare di essere fermati o almeno di essere lasciati andare prima possibile?
Mettiamoci nei panni di chi è là a fermare le automobili, e pensiamo a chi...non fermeremmo.
Essendo pubblici ufficiali, non valgono le regole "stai lontano dalla gente losca", anzi. Sembreremmo quindi guidatori tutti d'un pezzo, schiena dritta e mani al volante per mostrare che non abbiamo nulla da nascondere.
Detto questo, possiamo sempre aggiungere un qualche repellente: alla vista dell'automobile, con fare plateale, spingiamo un dito all'interno della nostra narice, e poi delicatamente effettuiamo una torsione di 180 gradi a destra e poi a sinistra.
Non sta scritto infatti che i documenti consegnati con mani sporche di mocco, che i poliziotti dovranno toccare per esaminare, sono invalidati. Nemmeno l'alito è una discriminante per una verbale, anche se, facendocelo, dovranno ascoltare le nostre risposte alle loro domande. Uno spicchio d'aglio, sgusciato in precedenza e cacciato in bocca all'ultimo momento, è quindi il rimedio se, anche vedendo il dito nel naso, cala ugualmente la paletta. In tutti i casi, siamo persone in regola, con un atteggiamento finto umile, ma con le quali si vorrebbe avere a che fare il meno possibile. Questo non perché infrangiamo il rapporto con gli altri, ma per qualità discutibili di noi stessi. Insomma, la mancanza di igene, vera o simulata, non è illegale.
Detto questo, vorrei stringervi la mano, ma preferisco evitare, non si sa mai abbiate appena incrociato una pattuglia...

giovedì 26 maggio 2016

Come snervare il controllore

Che saliamo in treno, in metro o in autobus, siamo tutti abituati ai controllori.
Questa figura del resto è presente in tutta Europa se non in tutto il mondo.
Vi sono luoghi come Londra in cui le politiche dello Stato tendono a formare controllori sorridenti e rispettosi, che controllano le persone appena entrano nei mezzi ed offrono di fare immediatamente il biglietto. Vi sono altri luoghi in cui ci troviamo davanti a persone cafone, che esercitano il loro potere in maniera abusiva e arrogante, quasi che lo scopo del loro lavoro sia farla pagare a qualcuno o incutere timore piuttosto che offrire un servizio sereno e pagato da tutti a prezzo di mercato. Ne è un esempio Cracovia (Polonia) in cui i controllori fino a pochi mesi fa giravano in borghese e di colpo esibivano tesserini e macchinetta in faccia alle persone, dicendo ad alta voce "preparare i biglietti per il controllo". Sembrava più un blitz della polizia che un normale controllo.
In Italia assistiamo a scene di tutti i tipi, sia con controllori che alla fine lasciano perdere perché "questi passeggeri sbandati tanto non ha soldi per pagare" che con controllori che si puntano in maniera eccessivamente rigida, anche in base al tipo di servizio offerto.
Se state leggendo questo articolo significa che uno specifico soggetto per qualche ragione vi ha dato sui nervi. Non siamo qui per giudicare chi abbia ragione o torto, ma per illustrare una tecnica da "rompiscatole" studiata a Cracovia (Polonia).
Nella maggiorparte dei casi, soprattutto quando i controllori intendano fare una "retata" di furbetti, il loro atteggiamento si fa altezzoso, autoritario e volto a spronare le persone ad esibire immeditatamente il titolo di viaggio.
Ci troviamo quindi davanti a persone "accelerate", che esigono che si risponda immediatamente ai loro ordini. Per tale tipo di autorità, nulla è più snervante di chi reagisce in maniera rallentata.
D'altra parte, nei termini e condizioni di tutti i mezzi di trasporto esaminati, non appare mai la clausula che stabilisca in quanto tempo debba essere fornito il biglietto, e anche qualora si volesse accusare il rompiscatole di ostruzionismo, si dovrebbero trovare chiari segni o dichiarazioni.
Nel momento in cui appare quindi il controllore, invece di abbassare il capo e cercare furiosamente il biglietto basta abbozzare uno sbadiglio ed una faccia non molto sveglia. Si sorride in maniera sempre "ebete", per dimostrare che non si ha timore e che non si ha nulla da nascondere, e poi con calma si fruga tra le carte delle proprie tasche cercando il titolo valido.
Anche nel momento di porre il biglietto al controllore, il nostro movimento sarà dolce e lento.
Quando sarà invece il momento di ritirarlo, abbiamo un asso nella manica. Prima di prenderlo, guardiamo fuori dal finestrino, fingiamo di non vedere il controllore e solo dopo 5 - 10 secondi, con fare ancora dolce e lento, riprendiamo il nostro titolo di viaggio sorridendo al poveretto che avrà già perso l'occasione di controllare altre 4 o 5 persone.
Sembra una piccolezza, ma bastano due o tre "rompiscatole" in un vagone a cambiare la situazione.